lunedì 2 settembre 2013

Azione e interazione sociale


In sociologia esiste un paradigma che consiste nel prendere alla lettera il fatto che ogni fenomeno sociale è il risultato di un insieme di azioni individuali (sociologia dell’interazione). Dunque, qualsiasi fenomeno sociale è sempre il risultato di azioni, di atteggiamenti, di credenze e in genere di comportamenti individuali.
La sociologia dell’azione è nata storicamente in Germania con i grandi scritti epistemologici di Max Weber e Simmel.












Posta questa premessa, l’individualismo metodologico è il principio secondo cui ogni fenomeno sociale va preso per ciò che è, cioè il risultato di azioni e comportamenti individuali.
Sostiene Max Weber: “Anche la sociologia non può che prendere le mosse dalle azioni di uno, di alcuni o di molti individui, e ha quindi l’obbligo di adottare metodi rigorosamente individualistici”.
Da un punto di vista sociologico, una società è individualistica quando assegna in generale all'individuo un valore preminente, in senso metodologico la nozione di individualismo implica che per spiegare un fenomeno sociale si debba risalire alle sue cause individuali. Tale approccio parte dal presupposto che l’attore sia stato socializzato, cioè che sia in relazione con altri attori che come lui occupano dei ruoli sociali. Ciò non contribuisce a creare un’immagine atomistica della vita sociale, ma interazionistica.
E ciò appare ancora più evidente in tempi come i nostri, dove il nostro vivere quotidiano, sia professionale che privato è scandito dai concetti di rete e sistema.
Quante volte sentiamo parlare circa la necessità di far sistema, di far rete.
In questo senso, memorabile è la lezione di Von Bertalanffy, per il quale “il solo modo in cui è possibile studiare un’organizzazione è quello di studiarla come un sistema”.
Von Bertalanffy definisce sistema, un complesso costituito da elementi in interazione. Pertanto, qualsiasi soggetto sistemico non è solo un aggregato di elementi, ma un complesso di componenti che interagiscono fra di loro. E’ importante quindi il tipo di legame che si stabilisce, cioè l’interazione, ovvero che le parti necessitino di essere in contatto fra di loro attraverso rapporti biunivoci e feed-back. Ciò è fondamentale affinché un complesso di elementi possa essere definito come sistema, altrimenti in mancanza di interazione tra la parti, avremo un insieme, dove l’unico legame è l’appartenenza ad uno stesso gruppo.
Pertanto, se ragioniamo in termini di scambio comunicativo, significa che la realtà sociale è data da oggetti e attori che non esistono in sé, ma che esistono per me, in quanto entrano in relazione con me in un certo tempo e in un certo spazio. Quindi la realtà è una rete a più dimensioni formata da relazioni tra oggetti e attori/soggetti. Diviene importante quindi cogliere in maniera adeguata sia ciò che entra in contatto con noi, sia il nostro modo di porci nei confronti del reale, quindi iniziare ad attribuire significati di relazione, non in base ad una conoscenza esperenziale o informativa, ma anche imparare a leggere la diversità nello scambio comunicativo che costituisce il modo di essere del soggetto sociale. Essere consapevoli che il mutamento non è il risultato, ma la regola, è il passo iniziale per far si che non sia più l’informazione proveniente dall'esterno a doversi incasellare nella nostra mente, ma devono essere le nostre categorie mentali ad essere costruite in modo da far aderire il nostro pensiero al reale e cioè far si che la rete delle relazioni sociali non ci trovi attori (sistema che può essere letto attraverso diverse forme conoscitive: modalità e significati sono dettati dall’esperienza), ma soggetti (modalità e significati sono dettati dalla comprensione oggettiva, quindi capacità di governare le proprie attribuzioni di significato).
La volontà è diretta dall'intelligenza, dalla capacità cognitiva. 
Ciò che però può in qualche modo condizionare la mia libertà sono limiti interni (volontà, ragione) o esterni (società, relazioni).
Una relazione è tale quando è adeguata, equa, cioè connotata dalla comprensione, dal saper riconoscere la pluralità e l’architettura delle motivazioni altrui. Quindi la possibilità di essere nel mondo, nella realtà, risiede nella capacità di relazione, di scambio intenzionale: essere consiste nello scambiare, nell'entrare in relazione.



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