venerdì 13 settembre 2013

Democrazia e gruppi di pressione



La democrazia è generalmente intesa come un insieme di regole per la risoluzione pacifica dei conflitti. Le più importanti tra queste regole riguardano il principio di maggioranza, l’uguaglianza del voto, le consultazioni libere e periodiche, il rispetto dei diritti e delle minoranze. Accanto a questo tipo di democrazia (definita formale), ve n’è una (sostanziale) che fa riferimento ai contenuti della democrazia stessa, ma è assai più difficile da teorizzare in quanto presuppone l’esistenza di un unico codice etico che probabilmente eliminerebbe la stessa dialettica democratica.
Gli attori principali della democrazia sono i partiti politici e i gruppi di pressione/interesse.
I partiti politici hanno subito mutamenti sostanziali nel corso dei tempi: nell’800 erano presenti soprattutto partiti di notabili, comitati elettorali che sostenevano le candidature principalmente di nobili, medici, avvocati.
Sorgono successivamente partiti di massa caratterizzati da ideologie abbastanza precise, apparati, alto numero di iscritti e che svolgono un’attività politica continua. Si tratta di partiti di ispirazione socialista e cattolica e che talvolta, come nel caso del partito leninista, presentano una forte disciplina interna.
Negli anni ’60 si afferma il catch all party che indebolisce i riferimenti ideologici e si rivolge soprattutto ai cosiddetti gruppi di pressione che difendono interessi particolari e pur non partecipando alla lotta per il potere politico, rivolgono ai partiti le loro richieste.



In base alle modalità con le quali i gruppi di interesse e i movimenti comunicano con i detentori del potere politico, Almond e Powell rilevano quattro forme di gruppi di pressione:
  1. Gruppi di interesse anomico: ricorrono a forme illegali come sommosse, tumulti… Quindi adottano forme di partecipazione politica non convenzionale
  2. Gruppi di interesse non associativi: sono basati sull’etnica, sulla religione e sulla provenienza geografica
  3. Gruppi di interesse istituzionali: per esempio esponenti di burocrazie militari, membri di una religione
  4. Gruppi di interesse associativi: per la tutela dei propri iscritti
I loro punti di forza sono:

  •          Numero di iscritti
  •          Rappresentatività
  •          Risorse finanziarie disponibili
  •          Qualità ed ampiezza delle conoscenze utilizzabili
  •          Collocazione nel processo produttivo

Per Olson la stabilità politica, intesa come durata dei sistemi politici, favorisce la crescita numerica e organizzativa dei gruppi di interesse che chiedendo crescenti risorse da distribuire ai loro rappresentati, provocano  il “declino delle nazioni” a causa dell’indebolimento delle capacità produttive dei paesi nei quali essi operano.

La sfida di questi gruppi è importante anche per comprendere il declino dei partiti e della forma partito tradizionale e alcune anomalie della democrazia stessa.

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