La democrazia è generalmente intesa come un insieme di regole per la risoluzione pacifica dei conflitti. Le più importanti tra queste regole riguardano il principio di maggioranza, l’uguaglianza del voto, le consultazioni libere e periodiche, il rispetto dei diritti e delle minoranze. Accanto a questo tipo di democrazia (definita formale), ve n’è una (sostanziale) che fa riferimento ai contenuti della democrazia stessa, ma è assai più difficile da teorizzare in quanto presuppone l’esistenza di un unico codice etico che probabilmente eliminerebbe la stessa dialettica democratica.
Gli attori principali della
democrazia sono i partiti politici e
i gruppi di pressione/interesse.
I partiti politici hanno subito
mutamenti sostanziali nel corso dei tempi: nell’800 erano presenti soprattutto partiti di notabili, comitati elettorali
che sostenevano le candidature principalmente di nobili, medici, avvocati.
Sorgono successivamente partiti di massa caratterizzati da
ideologie abbastanza precise, apparati, alto numero di iscritti e che svolgono
un’attività politica continua. Si tratta di partiti di ispirazione socialista e
cattolica e che talvolta, come nel caso del partito leninista, presentano una
forte disciplina interna.
Negli anni ’60 si afferma il catch all party che indebolisce i
riferimenti ideologici e si rivolge soprattutto ai cosiddetti gruppi di
pressione che difendono interessi particolari e pur non partecipando alla lotta
per il potere politico, rivolgono ai partiti le loro richieste.
In base alle modalità con le
quali i gruppi di interesse e i movimenti comunicano con i detentori del potere
politico, Almond e Powell rilevano quattro forme di gruppi di pressione:
- Gruppi di interesse anomico: ricorrono a forme illegali come sommosse, tumulti… Quindi adottano forme di partecipazione politica non convenzionale
- Gruppi di interesse non associativi: sono basati sull’etnica, sulla religione e sulla provenienza geografica
- Gruppi di interesse istituzionali: per esempio esponenti di burocrazie militari, membri di una religione
- Gruppi di interesse associativi: per la tutela dei propri iscritti
- Numero di iscritti
- Rappresentatività
- Risorse finanziarie disponibili
- Qualità ed ampiezza delle conoscenze utilizzabili
- Collocazione nel processo produttivo
Per Olson la stabilità politica,
intesa come durata dei sistemi politici, favorisce la crescita numerica e
organizzativa dei gruppi di interesse che chiedendo crescenti risorse da
distribuire ai loro rappresentati, provocano
il “declino delle nazioni” a causa dell’indebolimento delle
capacità produttive dei paesi nei quali essi operano.
La sfida di questi gruppi è
importante anche per comprendere il declino dei partiti e della forma partito
tradizionale e alcune anomalie della democrazia stessa.
Nessun commento:
Posta un commento