sabato 27 luglio 2013

Del linguaggio...




Il linguaggio rituale autoritario si diffonde ormai su tutto il mondo globalizzato e secondo Roland Barthes è un "linguaggio proprio di tutti i regimi autoritari". Oggi che la sostanza dei differenti regimi non si manifesta in più modi di vivere alternativi, si adagia invece in differenti tecniche di manipolazione e di controllo, soprattutto laddove non sembra trasmettere ordini ma informazioni,dove non chiede,come un tempo, obbedienza ma scelta e libertà. 




Questo controllo viene esercitato dal linguaggio mediante la riduzione di forme linguistiche e dei simboli usati per la riflessione e lo sviluppo e soprattutto mediante la sostituzione di immagini ai concetti. E non importa che i destinatari credano o meno a ciò che viene loro detto, quanto che curandosene o meno, pur tuttavia agiscano in conformità ad esso. Una persona infatti non crede in una proposizione che esprime un concetto operativo, ma è la proposizione stessa che va a giustificarsi nell'azione. Ciò detto,evidenzia come il linguaggio politico è divenuto essenzialmente un linguaggio pubblicitario e colmando la lacuna tra le due sfere della società un tempo agli antipodi, ne consegue che questa tendenza esprime meglio di altre quanto il potere e l'amministrazione hanno cessato di essere funzioni indipendenti nelle società ipertecnologiche odierne. Ciò tuttavia non significa che il potere dei politici sia diminuito, anzi tutt'altro, infatti quanto più la sfida che essi cavalcano assume carattere globale, tanto più questi sono liberi da una effettiva sovranità popolare ed i nuovi simboli della politica divengono così quelli degli affari, dello sport e del commercio. Con il che la congiunzione tra politica, affari e divertimento è totale.
Questo linguaggio di slogan ad hoc non dimostra e non spiega, ma comunica con decisioni ed input dettati dal e sul momento. E come ogni linguaggio che definisce, stabilisce a priori torti o ragioni e prende un valore per giustificarne un altro. Al tempo stesso è carico di una falsa familiarità, risultato della continua ripetizione e del tono diretto e popolare che viene abilmente impartito alla comunicazione. Si stabilisce in tal modo una relazione immediata con il destinatario, abolendo le distanze di status e di educazione. La stessa familiarità viene stabilita per mezzo di un linguaggio personalizzato che svolge un ruolo considerevole nelle tecniche di comunicazione. Si parla infatti sempre del "Tuo" negozio, del "Tuo"giornale, del "Tuo"deputato, ogni cosa viene così rapportata intorno ed in una prossimità totale a noi. In siffatta maniera cose e funzioni generali, prodotte in serie ed imposte al pubblico, vengono presentate come se fossero state create "esclusivamente per noi". Ecco che, facendo un passo indietro, fa poca differenza che gli interpellati ci credano o meno, il successo di questa tecnica indica che essa promuove l'identificazione degli individui con le funzioni che essi e gli altri svolgono. E, questo esistere come strumento, come cosa è la forma di servitù dell'individuo connaturata alla globalizzazione. 

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